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Suolo: l’Italia deve fare la sua parte
Melinda, Seppi confermato presidente

Suolo: l’Italia deve fare la sua parte

INU, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Re Soil Foundation e WWF scrivono ai ministri Cingolani

e Patuanelli: “La legge europea sul suolo chiama l’Italia, c’è bisogno di voi in Europa

Lunedì la strategia europea sul suolo approda al Consiglio dei Ministri dell’Ambiente: già molti stati membri hanno comunicato il loro appoggio alla road map della Commissione per una norma europea per la protezione del suolo, l’Italia deve fare la sua parte”

Oggi Italia Nostra, Legambiente, LIPU e WWF, insieme all’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) e alla Re Soil Foundation hanno lanciato ai ministri dell’Agricoltura e della Transizione Ecologica un appello, in vista dell’apertura dei lavori del Consiglio Europeo Ambiente di lunedì, che ha all’ordine del giorno la Strategia europea sul Suolo. La nuova strategia, presentata lo scorso 17 novembre dalla Commissione Europea, oltre ad aggiornare gli impegni per la tutela dei suoli e a collocarli nel quadro degli obiettivi del Green Deal, contiene una road map per dotare l’UE di una normativa sul suolo, una European Soil law, da approvare entro il termine della legislatura a guida Von Der Leyen.

“Il Green Deal è l’occasione per avere finalmente una norma di diritto europeo che si faccia carico del crescente stato di degrado e di consumo dei suoli: la Commissione ha fatto la sua proposta, che da lunedì sarà in mano agli Stati Membri. L’Italia deve giocare la sua partita, sostenendola nelle stanze dell’eurodiplomazia, affinché nel Consiglio Europeo prevalga la linea favorevole alla nuova normativa”, è l’istanza delle associazioni ai Ministri chiamati ai tavoli di discussione a Bruxelles.

Secondo i dati della Commissione Europea, nella UE il 70% dei suoli versa in una condizione più o meno grave di degrado, e ci? comporta perdite valutabili in oltre 50 miliardi di euro all’anno, sia per le mancate produzioni agricole che per l’aumento del rischio idrogeologico. Inoltre il consumo di suolo, pur rallentato a seguito della crisi del settore delle costruzioni, continua a produrre la cementificazione di oltre 60.000 ettari, ogni anno, in tutta Europa. L’Unione Europea ha già da tempo fissato un obiettivo di consumo di suolo zero da raggiungere entro il 2050, ma in mancanza di una normativa non esistono obblighi vincolanti per far sì che Stati Membri e gli enti territoriali concorrano al perseguimento di questo obiettivo.

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 In passato, nel 2014, la Commissione Europea era stata costretta addirittura a ritirare una proposta di direttiva europea sul suolo, a seguito dell’opposizione di cinque grandi Stati Membri, tra cui il Regno Unito. Questa volta il percorso sembra essere meno accidentato: la protezione del suolo ? un tema chiave del Green Deal Europeo e delle sue strategie, inoltre lo scorso aprile il Parlamento Europeo, a larghissima maggioranza, ha votato una risoluzione che impegna la Commissione a presentare una proposta legislativa sul suolo, e le scorse settimane i ministri dell’agricoltura e dell’ambiente di 10 stati membri (Spagna, Portogallo, Cipro, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Belgio e Romania) hanno sottoscritto un documento di forte appoggio ad una norma europea sul suolo.

Ora è il momento che anche l’Italia faccia la sua parte: “Chiediamo ai nostri Ministri di assumere un ruolo protagonista nella discussione sul sostegno alla proposta legislativa per la protezione del suolo. ISPRA nel suo Report 2021 ci ricorda che la copertura artificiale del suolo in Italia avanza ad un ritmo di 2 mq al secondo e valuta che, se non si inverte questa tendenza, si aggiri tra gli 81 e i 99 miliardi di euro il costo che il nostro Paese dovrebbe affrontare per la perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo del suolo tra il 2012 e il 2030. Non possiamo essere spettatori anche questa volta: la protezione del suolo è un tema strategico per il nostro Paese, che affronta diverse forme di grave degrado e perfino di rischi di desertificazione, e che ancora, dopo anni di discussioni dalla presentazione della prima proposta di legge nel 2012, non si è dotato di una propria legge per fermare il consumo di suolo?”

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