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Legge europea sul suolo, RSF: “Proposta della Commissione è un primo passo. Ma mancano azioni concrete per fermare il degrado”

Legge europea sul suolo, RSF: “Proposta della Commissione è un primo passo. Ma mancano azioni concrete per fermare il degrado”

Il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, e il commissario per l’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, hanno presentato oggi la proposta di direttiva sul suolo. Debora Fino (presidente Re Soil Foundation): “Un punto di partenza per una direttiva europea da troppo tempo rimandata. Mancano però azioni concrete per riportare in salute i terreni europei e per fermare il consumo di territorio”.

Torino, 5 luglio 2023 – “Un testo che rispecchia solo parzialmente gli obiettivi giusti e ambiziosi che la Ue aveva fissato per curare il degrado del suolo, nonostante indubbiamente individui importanti azioni di monitoraggio per tracciare, entro i prossimi 5 anni, un quadro preciso della situazione dei suoli europei”. È il commento di Debora Fino, presidente di Re Soil Foundation, alla proposta di direttiva Ue sul suolo presentata oggi a Bruxelles dal vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, e dal commissario all’Ambiente, Virginijus Sinkevicius. “Nella sua Strategia 2030 per il Suolo, la Commissione si era data l’obiettivo di riportare in salute tutti i terreni europei entro metà secolo. Per riuscirci occorrono azioni concrete e coraggiose e un deciso cambio di rotta, a partire dal consumo di suolo che procede a ritmi insostenibili in molti Paesi, Italia compresa. Nella stessa introduzione alla proposta di legge, la Commissione ricorda che il 60-70% dei suoli continentali è malato e che i terreni coltivabili si sono dimezzati in 50 anni da 0,36 ettari pro capite a 0,18”.

Nel testo è contenuto qualche passo in avanti rispetto alla situazione attuale. Secondo Re Soil Foundation è ad esempio positiva la decisione di istituire un quadro coerente di monitoraggio di tutti i suoli nella Ue e di obbligare gli Stati membri a dotarsi di un registro aggiornato dei siti contaminati, facendo al tempo stesso una valutazione specifica per ogni sito sulle sue ricadute per la salute umana. “Ma sappiamo bene – aggiunge Fino – che il monitoraggio da solo non è in grado di far invertire la tendenza al degrado della salute dei suoli. Occorre inserire dei target che siano il frutto di impact assessment, dialogo con le parti e di una visione sistemica che tenga conto degli impatti delle azioni messe in campo in ottica transettoriale”.

Altrettanto positiva è la scelta di prevedere una sorta di “linee guida” che gli Stati dovrebbero seguire in caso di consumo di suolo. Secondo il testo della Commissione si dovrebbero ad esempio ridurre il più possibile le aree soggette a consumo di suolo, selezionare aree in cui la perdita di servizi ecosistemici sarebbe ridotta al minimo e compensare il più possibile la perdita di tale capacità. 

Importante la volontà di sostenere gli agricoltori che hanno investito in pratiche agricole sostenibili (es.: rotazione colturale) anche attraverso modelli di carbon farming e sistemi premianti, con l’obiettivo di potenziare i casi virtuosi. Anche l’attenzione alla riduzione degli scarti della filiera agroalimentare (il target fissato per il 2030 è -10% nella fase di processo e -30% per distribuzione e consumo) è un segnale positivo.

Walter Ganapini, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Re Soil Foundation, sottolinea l’importanza di integrare il contenuto della direttiva nell’iter di approvazione che si aprirà nelle prossime settimane. “È necessario – spiega – che il Consiglio dei Ministri UE e il Parlamento Europeo apportino sensibili integrazioni al testo attuale in modo da renderlo coerente con la priorità di avere suoli sani. Da essi dipende il 95% della nostra produzione agricola. Una corretta gestione del suolo, la risorsa più limitata di cui disponiamo, aiuta a mitigare la crisi climatica e ottimizza l’efficienza del sequestro di carbonio. Sono sfide che non possiamo eludere”.

CHE COS’È RE SOIL FOUNDATION

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Re Soil Foundation è la fondazione che nasce per salvaguardare uno dei beni più importanti e allo stesso tempo sottovalutati del Pianeta: il suolo. Promossa dall’Università di Bologna, Coldiretti, Novamont e Politecnico di Torino, la Fondazione si pone l’obiettivo di dare impulso a un reale cambiamento a partire dalla tutela del suolo e dal concetto chiave di rigenerazione territoriale.

Mira a promuovere attività nei settori della ricerca scientifica, del trasferimento tecnologico, della formazione e divulgazione e della creazione di consapevolezza, promuovendo così la salute del suolo, la qualità della vita e la decarbonizzazione del nostro sistema. Per farlo il contributo di tutti è fondamentale: Re Soil Foundation si pone come punto di riferimento per raccogliere le forze più virtuose e realizzare la transizione verso un futuro sostenibile, l’unico possibile, che ponga al centro il suolo.

Foto: Re Soil Foundation

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